Dino Zoff

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Biografia

Dino Zoff (Mariano del Friuli, 28 febbraio 1942) è un ex allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere. È stato campione d'Europa nel 1968 e campione del mondo nel 1982 con la nazionale italiana, che ha anche allenato dal 1998 al 2000.Considerato uno dei più grandi portieri nella storia del calcio,ha legato la propria attività calcistica principalmente alla Juventus, militandovi per undici anni a cavallo degli anni 1970 e 1980, senza mai saltare una partita di campionato; con i bianconeri ha collezionato 479 presenze (330 in Serie A), vincendo sei campionati italiani, due Coppe Italia e una Coppa UEFA, e ha disputato due finali di Coppa dei Campioni e una di Coppa Intercontinentale. Insieme al libero Gaetano Scirea e ai terzini Claudio Gentile e Antonio Cabrini, suoi compagni alla Juventus e in nazionale, Zoff ha costituito uno dei migliori reparti difensivi nella storia del calcio.Ritiratosi dall'attività agonistica, ha intrapreso la carriera di allenatore, divenendo nel 1990, alla guida della Juventus, il primo tecnico capace di conquistare la Coppa UEFA dopo averla vinta da calciatore.Con la nazionale italiana ha preso parte a due campionati d'Europa (Italia 1968 e Italia 1980) e a quattro campionati del mondo (Messico 1970, Germania Ovest 1974, Argentina 1978 e Spagna 1982), ottenendo inoltre, come commissario tecnico degli azzurri, il secondo posto al campionato d'Europa 2000. La vittoria del Mondiale 1982 all'età di quarant'anni — peraltro come capitano dell'Italia — lo ha reso il vincitore più anziano nella storia della competizione, nonché l'unico giocatore italiano ad aver ottenuto il titolo sia di campione d'Europa che del mondo, a livello di nazionale. Sempre in azzurro detiene il record mondiale d'imbattibilità per squadre nazionali,non avendo subito reti per 1142 minuti consecutivi.È stato a lungo il giocatore con più partite disputate in Serie A e nella nazionale italiana — avendo totalizzato rispettivamente 570 e 112 presenze —, prima di essere superato in entrambe le voci statistiche da Paolo Maldini (nel 2000 relativamente alle apparizioni in maglia azzurra, nel 2005 per quanto concerne il massimo campionato italiano).Più volte candidato al Pallone d'oro,sfiorò la vittoria nel 1973, classificandosi secondo alle spalle di Johan Cruijff. Occupa la 47ª posizione nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.Nel 2004 è stato incluso nel FIFA 100 e annoverato fra le Leggende del calcio del Golden Foot; nello stesso anno, in occasione dei UEFA Jubilee Awards, è stato indicato dalla FIGC quale miglior giocatore italiano del cinquantennio precedente,risultando inoltre 5º — primo fra gli italiani — nell'UEFA Golden Jubilee Poll.È entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i Veterani della Walk of Fame dello sport italiano tra le Leggende, rispettivamente nel 2012 e nel 2015.

Caratteristiche Tecniche

Estremo difensore di sicura affidabilità e freddezza, Zoff si distingueva per il notevole senso del piazzamento, la sicurezza nelle uscite— sia alte che basse — e la sobrietà negli interventi, finalizzati più all'efficacia che alla spettacolarità:[significative in tal senso l'attitudine a bloccare il pallone quando possibile, anziché respingerlo, e la preferenza per uniformi da gioco scarsamente appariscenti, utili a non evidenziare la sua posizione tra i pali. Atleta dotato di grande personalità, considerato un leader silenzioso, ha mantenuto un'eccellente condizione fisica per tutta la carriera, confidando nella possibilità di migliorarsi costantemente: la vittoria del campionato del mondo 1982 all'età di 40 anni e i 332 incontri disputati consecutivamente in Serie A sono due imprese ineguagliate.Prima che Gianluigi Buffon iniziasse a godere di altrettanta considerazione, al punto da alimentare dibattiti su chi sia stato il migliore dei due,Zoff è stato ritenuto in modo pressoché unanime il più grande portiere della storia del calcio italiano.

Carriera

Udinese

Cresciuto nella Marianese, dopo essere stato in un primo tempo bocciato ai provini per l'allora bassa statura,si affacciò nel calcio professionistico a 19 anni grazie all'Udinese, squadra nella quale esordì in Serie A il 24 settembre 1961 in Fiorentina-Udinese (5-2), battuto da due doppiette di Aurelio Milani e di Kurt Hamrin in una gara in cui il Corriere dello Sport non gli diede colpe per i gol, frutto di due tiri violenti di Milani e tre palloni che il quotidiano definì assolutamente imparabili.Zoff divenne titolare dei friulani nella successiva stagione, con la squadra nel frattempo relegata in Serie B: tra i cadetti disputò tuttavia un campionato sottotono che pose le basi per il suo addio all'Udinese, sebbene il presidente Dino Bruseschi, il quale lo teneva in grande considerazione e lo difese da aspre critiche,fosse restìo a cederlo.

Mantova

Zoff ritornò in Serie A nel 1963, anno in cui fu acquistato dal Mantova per 30 milioni di lire.Inizialmente designato a riserva dell'altro neoacquisto, il più esperto e sulla carta più affidabile Attilio Santarelli, già nel suo primo campionato in Lombardia il più giovane Zoff riuscì ben presto a sovvertire le gerarchie, conquistando le chiavi della porta virgiliana,grazie anche a un infortunio occorso a Santarelli a inizio stagione. Disputò in biancorosso 131 partite nell'arco di quattro stagioni: l'ultima da lui giocata allo stadio Danilo Martelli fu quella del 1º giugno 1967, la famosa Mantova-Inter (1-0) che a posteriori sancì il tramonto della Grande Inter. Nell'estate seguente, per Zoff ci fu il passaggio al Napoli e il debutto in nazionale.

Napoli

Nell'estate 1967 Zoff sembrava destinato a trasferirsi al Milan, con cui aveva raggiunto un'intesa di massima; tuttavia, l'affare saltò in extremis, con la squadra milanese che finì per ingaggiare Fabio Cudicini.Alla mezzanotte dell'ultimo giorno di calciomercato, Zoff si trasferì quindi al Napoli per 120 milioni di lire più il cartellino di Claudio Bandoni, grazie all'aiuto di Alberto Giovannini, direttore del quotidiano Roma allora di proprietà di Achille Lauro, quest'ultimo patron anche del club azzurro; il giornalista, con l'aiuto di Bruno Pesaola e all'insaputa di Lauro, finse infatti di essere il presidente della squadra.In Serie A difese la porta dei partenopei per 143 incontri, scendendo in campo ininterrottamente dal debutto del 24 settembre 1967 (Napoli-Atalanta 1-0, prima giornata del campionato 1967-1968), sconfitta del 12 marzo 1972 (0-2 contro l'Inter, ventunesima giornata del campionato 1971-1972);pochi giorni dopo quest'ultimo incontro subì un infortunio al malleolo in allenamento,che interruppe la sua striscia di partite consecutive tenendolo fuori per 7 incontri, fino alla penultima giornata.Durante la sua militanza nel club campano stabilì due record: nella stagione 1970-1971 concesse solo 18 gol in 30 partite,riuscendo inoltre a mantenere la porta inviolata per le prime sei giornate, capitolando solo dopo 590', alla settima giornata, contro l'interista Jair.Concluse la sua esperienza nel Napoli disputando la finale della Coppa Italia 1971-1972, persa 2-0 contro il Milan.

Juventus

Nell'estate 1972, causa un club partenopeo che necessitava di essere svecchiato a livello di rosa e riorganizzato a livello economico, il trentenne Zoff, ormai considerato tra gli estremi difensori più forti della sua generazione, venne ingaggiato dalla Juventus nell'ambito di un cospicuo scambio di cartellini sull'asse Napoli-Torino che coinvolse, tra gli altri, il più giovane ma anche più incostante Pietro Carmignani, da cui il friulano ereditò le chiavi della porta bianconera.Negli anni in Piemonte, Zoff si renderà protagonista di una notevole costanza di rendimento, tant'è che fino alla fine della stagione 1982-1983 non avrebbe più saltato una partita di campionato. Ai bianconeri sono legate tutte le sue vittorie con squadre di club, tanto come giocatore quanto, successivamente, come allenatore: in undici stagioni vinse per sei volte il titolo di campione d'Italia (1972-1973, 1974-1975, 1976-1977, 1977-1978, 1980-1981 e 1981-1982), due Coppe Italia (1978-1979 e 1982-1983) e una Coppa UEFA (1976-1977, primo successo europeo della società torinese).

Durante i suoi anni alla Juventus, Zoff stabilì alcuni primati degni di nota: nel corso della stagione 1972-1973 mantenne la propria porta inviolata per 903', superando i precedenti 792' di Mario Da Pozzo e stabilendo così l'allora record d'imbattibilità nella Serie A a girone unico — un primato poi superato dai 929' di Sebastiano Rossi nel campionato 1993-1994; nell'annata 1981-1982 subì solo 14 reti, record assoluto per la società bianconera; infine, nelle undici stagioni disputate in maglia bianconera, non saltò mai una partita di campionato, scendendo in campo per 330 incontri consecutivi. La sua attività, al termine della stagione 1982-1983, si concluse di fatto con la finale di Coppa dei Campioni (cui la Juventus era giunta imbattuta), persa ad Atene contro i tedeschi dell'Amburgo, il 25 maggio 1983. Nei giorni seguenti il portiere friulano ufficializzò il suo prossimo ritiro,chiedendo e ottenendo che per l'ultimo impegno stagionale della squadra bianconera, la doppia finale di Coppa Italia contro il Verona che gli varrà l'ultimo trofeo della carriera agonistica, la maglia da titolare venisse affidata al suo secondo Luciano Bodini.

Nazionale

Nazionale Giovanile

I primi approcci di Zoff con l'azzurro avvennero nelle rappresentative giovanili. Nel 1963, senza maturare presenze, fece da dodicesimo a Rino Rado nella nazionale «probabili olimpici» — una rappresentativa Under-21 ante litteram — che vinse la medaglia d'oro al torneo calcistico dei IV Giochi del Mediterraneo di Napoli. L'esordio in maglia azzurra arrivò il 20 novembre dello stesso anno ad Ankara, stavolta con la nazionale giovanile olimpica — una rappresentativa creata ad hoc onde eludere lo status dilettantistico all'epoca richiesto dal Comitato Olimpico Internazionale —, in occasione della sfida contro i pari età turchi (2-2) valevole per le qualificazioni al torneo di Tokyo 1964: pur ottenendo nei mesi seguenti l'accesso alla fase finale, l'anno dopo Zoff e i suoi compagni di nazionale si videro preclusa la partecipazione all'Olimpiade nipponica, una volta emerso il succitato problema di una carriera professionistica già in essere per parte di loro.

In totale, con la rappresentativa giovanile raccolse 3 presenze nel biennio 1963-1964

 

Nazionale Maggiore

1968 -1974

Zoff ricevette la prima convocazione in nazionale maggiore a 26 anni, durante le qualificazioni al campionato d'Europa 1968. L'Italia, giunta agli spareggi che avrebbero designato le 4 partecipanti alla fase finale del torneo, doveva ribaltare il 3-2 con cui la Bulgaria si era imposta nella gara di andata a Sofia; fino a quel momento, il commissario tecnico Ferruccio Valcareggi aveva puntato su Enrico Albertosi come portiere titolare e su Lido Vieri come vice, ma un infortunio occorso a entrambi in prossimità del retour match costrinse il selezionatore a ripiegare su Zoff e Roberto Anzolin, quest'ultimo già riserva di Albertosi al campionato del mondo 1966: indeciso su chi schierare, Valcareggi optò per il friulano in virtù del suo «entusiasmo da debuttante».La partita fu disputata il 26 aprile 1968 allo stadio San Paolo: Zoff, che giocava «in casa» per via della sua militanza nel Napoli, si mostrò affidabile pur senza compiere grandi interventi, e l'Italia ottenne la qualificazione imponendosi per 2-0. Nel giugno dello stesso anno, Zoff disputò da titolare la fase finale della competizione, al termine della quale l'Italia conquistò il primo e fin qui unico Europeo della sua storia, battendo la Jugoslavia; il portiere sarà poi inserito nella squadra ideale del torneo.L'ottimo torneo disputato garantì a Zoff un posto da titolare per buona parte delle qualificazioni al campionato del mondo 1970 in Messico, ma nella fase finale del torneo le chiavi della porta furono nuovamente affidate ad Albertosi, fresco vincitore dello scudetto con il Cagliari e membro — insieme a Pierluigi Cera e Comunardo Niccolai, anch'essi convocati per il Mondiale — di una linea difensiva che nel campionato appena concluso aveva concesso solo 11 reti, stabilendo un record.Zoff fece dunque da secondo, assistendo dalla panchina al secondo posto dell'Italia, sconfitta in finale dal Brasile.Terminato il Mondiale, Albertosi mantenne il posto da titolare per tutto il 1970, finché Zoff non lo scavalcò a partire dall'amichevole contro la Spagna del 20 febbraio 1971, divenendo stabilmente il nuovo numero 1 azzurro. Mancato l'accesso al campionato d'Europa 1972 (Zoff, infortunato,non disputò lo spareggio-qualificazione perso contro il Belgio), prese parte da titolare al campionato del mondo 1974 in Germania Ovest, dove un'Italia alla fine di un ciclo fu eliminata al primo turno.

1974-1983

Il 20 novembre 1974 indossò per la prima volta la fascia da capitano, in una partita contro i Paesi Bassi valida per le qualificazioni al campionato d'Europa 1976; diverrà capitano a tutti gli effetti tre anni dopo, in seguito al ritiro dalla nazionale di Giacinto Facchetti. Disputò poi il campionato del mondo 1978 in Argentina, concluso al quarto posto; a seguito della sconfitta in semifinale per mano dei Paesi Bassi, che precluse agli azzurri l'accesso alla finale, Zoff fu duramente criticato da Gianni Brera a causa delle reti di Ernie Brandts e Arie Haan, realizzate con due tiri da lontano. Il campionato d'Europa 1980, con Zoff ancora titolare, vide l'Italia padrona di casa piazzarsi ancora al quarto posto, venendo sconfitta ai tiri di rigore dalla Cecoslovacchia nella finalina valida per la terza piazza;come già accaduto al termine dell'edizione 1968, Zoff verrà incluso nel team of the tournament. Il 17 ottobre 1981, nella gara contro la Jugoslavia valida per le qualificazioni al campionato del mondo 1982, eguagliò il record di presenze in nazionale, precedentemente stabilito da Facchetti con 94 incontri; lo supererà nel successivo impegno del 14 novembre contro la Grecia.

L'ultima grande competizione disputata da Zoff con la maglia della nazionale fu il succitato Mondiale 1982 in Spagna, vinto all'età di 40 anni. Nel corso del torneo, il portiere azzurro offrì prestazioni di alto livello — che gli valsero la collocazione nell'All-Star Team del Mondiale — e compì il suo intervento più famoso, da lui stesso considerato il più importante della propria carriera: nei concitati minuti finali della partita contro il Brasile, valida per l'accesso alla semifinale, Zoff fermò in presa sulla linea di porta un colpo di testa del difensore avversario Oscar, evitando una più rischiosa respinta e risultando decisivo per il successo italiano (3-2). Dopo la vittoriosa finale contro la Germania Ovest (3-1), l'11 luglio a Madrid, in qualità di capitano fu Zoff ad alzare il trofeo della Coppa del Mondo. Il 29 maggio 1983, a 41 anni, Zoff scese in campo per l'ultima volta in azzurro, in Svezia-Italia (2-0) a Göteborg, sfida che coincise anche con l'ultima partita della sua carriera.Con 112 apparizioni (59 da capitano), Zoff è stato per 19 anni il detentore del record di presenze in nazionale, battuto da Paolo Maldini nel 2000.Inoltre, detiene il record di imbattibilità di un portiere in azzurro, 1142 minuti in partite ufficiali consecutive, da Italia-Jugoslavia del 20 settembre 1972 ad Haiti-Italia del 15 giugno 1974. È stato infine il primo calciatore italiano ad aver totalizzato 100 presenze in nazionale, traguardo raggiunto nella prima partita del Mondiale 1982 contro la Polonia.Con quattro Mondiali disputati, è secondo tra i giocatori italiani con più partecipazioni alla competizione iridata, dietro Gianluigi Buffon e a pari merito con Albertosi, Giuseppe Bergomi, Fabio Cannavaro, Maldini e Gianni Rivera.

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