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Marco Van Basten

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Marcel van Basten, detto Marco ( Utrecht, 31 ottobre 1964), è un allenatore di calcio ed ex calciatore olandese, di ruolo attaccante. È ambasciatore del calcio per la UEFA, dopo aver già ricoperto il ruolo di Chief Officer for Technical Development per la FIFA. Ritenuto uno dei migliori calciatori di tutti i tempi, in carriera ha segnato 314 gol (dei quali 277 con le squadre di club, 24 con la nazionale olandese e 13 con la nazionale Under-21), conclusasi prematuramente all'età di soli 28 anni per via di alcuni infortuni, anche se ufficialmente l'annuncio del suo ritiro fu dato nel 1995, quando il giocatore aveva 30 anni. Emblema dell'Ajax e del Milan, in maglia rossonera ha composto un eccezionale trio assieme ai connazionali Ruud Gullit e Frank Rijkaard, simbolo di numerosi successi della squadra allenata da Arrigo Sacchi e poi da Fabio Capello. Campione d'Europa con i Paesi Bassi nel 1988, torneo in cui fu anche capocannoniere, van Basten vinse tre Palloni d'oro, nel 1988, 1989 e 1992. Fu eletto FIFA World Player nel 1992 e occupa la 9ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer e la 12ª posizione nell'omonima classifica stilata dall'IFFHS. È stato il primo dei dieci calciatori a segnare una quaterna in una sola partita di UEFA Champions League, oltreché l'unico (insieme a Silvio Piola) ad avere siglato almeno un gol a ogni squadra di Serie A da lui affrontata. Durante i festeggiamenti per il centenario del Milan nel dicembre 1999, Van Basten è stato eletto "attaccante milanista del secolo".

Biografia

Dalla moglie Liesbeth ha avuto tre figli, Rebecca, Angela e Alexander. Pratica il golf come hobby.

Caratteristiche tecniche

«Il più raffinato ed elegante centravanti del calcio moderno, l'unico che sapesse danzare sulle punte di un fisico ciclopico.»

(Emanuele Gamba su la Repubblica)

Soprannominato il cigno di Utrecht,Van Basten era un centravanti dotato di tecnica eccezionale nonché di notevole eleganza e rapidità nei movimenti, nonostante il fisico imponente; coniugava la grazia del trequartista con la concretezza del vero cannoniere. Abile con entrambi i piedi, in possesso di un tiro potente e preciso sia in corsa sia da fermo, concreto anche nel gioco aereo e nelle acrobazie, mostrava un insieme di caratteristiche per le quali è ritenuto uno tra i più forti e completi attaccanti di sempre. La sua grande intelligenza tattica e la sua visione di gioco lo rendevano capace di agire anche lontano dall'area di rigore o dando le spalle alla porta avversaria, rendendolo anche un efficace rifinitore.Era inoltre un eccellente rigorista: in carriera ha messo a segno 51 tiri dal dischetto su 55 calciati.

Carriera

Gli inizi

Comincia a giocare a calcio a sei anni, quando il padre Joop, ex calciatore e campione dei Paesi Bassi nel 1958, lo affida ai tecnici delle squadre di Utrecht, prima l'EDO (1970-1971), poi l'UVV (1971-1980) ed infine l'Elinkwijk (1980-1981). A 12 anni Leo Beenhakker cerca invano di ingaggiarlo nel Feyenoord. Nel 1981 passa all'Ajax di Johan Cruijff. Un anno dopo, nell'aprile 1982, debutta con la nazionale Under-18 olandese al torneo Juniores di Cannes, segnando tre gol all'Italia nella finale per il terzo posto.

Ajax

Nell'Ajax esordisce in prima squadra il 3 aprile 1982, a 17 anni e mezzo, contro il NEC Nijmegen: Van Basten entra in campo proprio al posto di Cruijff e riesce a segnare un gol al suo esordio con i lancieri. Nei due anni successivi Van Basten passa dai 9 gol in 20 partite del 1982-1983 ai 28 gol in 26 partite nella stagione 1983-1984 nella quale è capocannoniere. La stagione seguente l'Ajax è di nuovo campione dei Paesi Bassi e Van Basten di nuovo miglior marcatore con 22 gol. Nella stagione 1985-1986 con 37 gol in 26 partite, si laurea per la terza volta capocannoniere, vincendo la Scarpa d'oro e contribuendo al successo dei lancieri in KNVB beker. Il 1986, tuttavia, segna anche l'inizio dei suoi guai fisici: è colpito da epatite virale e deve fermarsi tre mesi; a dicembre, nel corso di Groningen-Ajax, si infortuna alla caviglia destra dopo un contrasto con un avversario. Continua a giocare ma alla fine deve farsi operare in Svizzera. Anche stavolta torna in campo tre mesi più tardi, nella finale di Coppa delle Coppe tra Ajax e Lokomotive Lipsia (1-0), in cui segna di testa il gol decisivo al 21' e chiude il campionato ancora capocannoniere. Quando disputa la finale di Coppa delle Coppe, è già ufficialmente un calciatore del Milan, per cui quella sarà la sua ultima apparizione con la casacca dei lancieri. La decisione del trasferimento ai rossoneri fu dovuta al fatto che inizialmente fu la Fiorentina ad acquistarlo, ma a causa del mancato pagamento del corrispettivo pattuito l'acquisto non si concretizzò.

Milan

1987-1988: l'infortunio e lo scudetto

Van Basten arriva nell'estate del 1987 al Milan, che lo ingaggia a parametro UEFA, pagando 2 milioni di franchi svizzeri, circa 1,75 miliardi di lire. In rossonero si presenta subito al suo nuovo pubblico segnando nella prima partita in Coppa Italia contro il Bari. Segna anche nel debutto in campionato a Pisa, ma arriva anche il primo stop: l'altra caviglia inizia a dargli problemi dopo la gara di Coppa UEFA contro l'Espanyol. Si opera nuovamente e resta inattivo per sei mesi. Quando torna in campo, il Milan è alla rincorsa del Napoli capolista: Van Basten segna gol importanti contro l'Empoli a San Siro e contro la squadra di Maradona, nello scontro diretto vinto al San Paolo, con cui il Milan compie il passo decisivo verso lo scudetto.

1988-1991: le vittorie internazionali con Sacchi

Dopo aver conseguito la vittoria del campionato europeo in Germania Ovest con la nazionale olandese, Van Basten, coadiuvato dai connazionali Ruud Gullit e Frank Rijkaard, si pone l'ambizioso obiettivo di condurre il Milan a vincere in Europa. La stagione 1988-1989 vede il ritorno dei rossoneri in Coppa dei Campioni dopo 9 anni: Van Basten segna 33 gol (19 in Serie A, 10 in Coppa Campioni, 3 in Coppa Italia e 1 in Supercoppa italiana) e si aggiudica il Pallone d'oro 1989. Nella Coppa dei Campioni realizza 10 reti, tra cui quelle in semifinale con colpo di testa in tuffo contro il Real Madrid nell'1-1 dell'andata a Madrid, quella del 5-0 del ritorno al Meazza e la doppietta nella vittoriosa finale contro la Steaua Bucarest. A novembre un suo gol al Barcellona nella finale di andata contribuisce alla conquista della Supercoppa europea. A dicembre, subito dopo la vittoria della Coppa Intercontinentale, Van Basten vince per la seconda volta consecutiva il Pallone d'oro, affiancando nell'albo d'oro del trofeo altri campioni premiati due volte, come Franz Beckenbauer e Kevin Keegan. All'inizio della successiva stagione, Van Basten viene di nuovo operato, stavolta al menisco: rientrerà oltre due mesi dopo. Nel campionato di Serie A, vinto al fotofinish dal Napoli, segna ancora 19 gol, che gli valgono il primo titolo di capocannoniere in Italia. Con il Milan raggiunge ancora la finale di Coppa dei Campioni, segnando i gol che risultano decisivi contro Real Madrid, Mechelen e Bayern Monaco. Il Milan vince la finale il 23 maggio contro il Benfica al Prater di Vienna (1-0). È sua l'apertura di prima intenzione che libera Frank Rijkaard e gli consente di segnare il gol decisivo.Nel 1990-1991 il Milan vince ancora la Supercoppa europea, contro la Sampdoria, e la Coppa Intercontinentale, contro i paraguaiani dell'Olimpia Asunción. A Tokyo Van Basten non segna, ma contribuisce alla realizzazione del secondo e del terzo gol. Alla fine della stagione il ciclo di Sacchi al Milan come allenatore è giunto al capolinea, vista la convivenza che è sembrata diventare impossibile tra i due (si parla anche di uno scontro tra Sacchi e Van Basten).

1991-1993: il nuovo intervento, le migliori stagioni con Capello

In vista della stagione 1991-1992 a Sacchi subentra Fabio Capello. Favorito dall'impostazione tattica del tecnico friulano, più flessibile rispetto a quella del predecessore, Van Basten disputa una delle annate più brillanti della propria carriera: l'olandese ottiene nuovamente il titolo di capocannoniere con 25 gol (tra cui quello nel derby di Milano e le triplette contro Foggia, Cagliari e Atalanta, quest'ultima realizzata nell'arco di 6 minuti di gioco). Van Basten inizia in maniera estremamente prolifica anche la stagione 1992-1993, segnando 8 gol nelle prime 6 giornate e 12 nelle prime 9; realizza inoltre due quaterne, entrambe nel mese di novembre: la prima al San Paolo di Napoli in campionato (il Milan vince con il risultato di 5-1 alla nona giornata), la seconda nella gara casalinga di UEFA Champions League contro il Göteborg (il Milan vince per 4-0).Pochi giorni dopo, a dicembre, gli verrà nuovamente consegnato il Pallone d'oro, il terzo della sua carriera: l'impresa è riuscita in precedenza soltanto a Johan Cruijff e Michel Platini. Il giorno seguente alla consegna del Pallone d'oro, Van Basten decide di recarsi a St. Moritz per farsi operare alla caviglia: la prognosi è di due-tre mesi, ma il giocatore rimarrà fermo per circa quattro mesi, rientrando a fine aprile nella trasferta di Udine. Una settimana dopo, il 9 maggio 1993, in Ancona-Milan, segna l'ultimo gol della propria carriera, ad Alessandro Nista, proprio lo stesso portiere cui aveva segnato il suo primo gol in Serie A il 13 settembre 1987; il 16 maggio 1993, contro la Roma, disputa la sua ultima partita di campionato. Viene tenuto a riposo in vista della finale di UEFA Champions League del 26 maggio 1993, contro l'Olympique Marsiglia, vinta dai francesi con un gol di Basile Boli: a Monaco di Baviera il giocatore scende in campo nonostante la caviglia ancora dolorante e chiude di fatto la propria carriera agonistica venendo sostituito dopo 85 minuti di gioco.

Conclude l'ultima stagione della propria carriera con 20 reti in 22 partite tra campionato e coppe.

1993-1995: l'ultima operazione e il prematuro ritiro

«Il lutto per il suo ritiro anticipato non si è estinto e mai si estinguerà.»

(Carmelo Bene, cit. in Canto del Cigno di Andrea Scanzi, Limina, 2004)

Il 3 giugno 1993 Van Basten si sottopone ad un'artroscopia ad Anversa presso il noto chirurgo belga Marc Martens, visita che conferma lo stato di profonda sofferenza dell'articolazione, dato che il giocatore accusa ancora dolori e ipersensibilità all'arto. Poco dopo l'olandese si sottopone, dunque, al quarto intervento chirurgico alla caviglia. Da qui in poi trascorrono due anni nel tentativo di recuperare l'efficienza fisica. L'operazione riesce, ma sui tempi e la possibilità di riprendere l'attività agonistica permangono numerosi dubbi, protrattisi nei mesi successivi, tanto che agli inizi di novembre il calciatore continua ad avvertire dolore se la caviglia è molto sollecitata e alla fine del mese Martens constata che la cartilagine tra tibia e astragalo non si è ancora riformata. Un nuovo esame, condotto il 30 novembre dal medico Antonio Viladot a Barcellona, evidenzia la necessità di una nuova operazione alla caviglia. Malgrado i lievi miglioramenti rilevati da Martens agli inizi di marzo del 1994, i tempi di recupero continuano a essere estremamente lunghi; l'11 luglio il giocatore si opera nuovamente alla clinica Apra di Anversa, in artroscopia per la ripulitura dell'articolazione e per l'applicazione alla caviglia un "fissatore esterno", rimosso chirurgicamente il 3 ottobre seguente.Alla fine di dicembre i progressi sono lievi e il suo rientro in campo lontano.Nel maggio 1995 le voci di un ritiro del calciatore dall'attività agonistica si fanno sempre più concrete e si consolidano dopo un altro consulto ad Anversa. Il giocatore si riaggrega ai compagni a due anni dalla finale di Champions del 1993, per la preparazione estiva dell'estate del 1995, ma il 17 agosto, undici mesi dopo l'ultima operazione chirurgica, annuncia la decisione di ritirarsi definitivamente, all'età di soli 30 anni, dall'attività agonistica. Il giorno dopo saluta i tifosi milanisti con un giro di campo a San Siro che in un'intervista del 2020 ricorderà con dolore:

«C'era tristezza ovunque. Quella del pubblico, e la mia. Correvo, perché non volevo far vedere che zoppicavo, battevo le mani alla gente. E intanto pensavo che non c'ero già più, mi sembrava di essere ospite del mio funerale. Quella sera pensavo soltanto che la mia vita era stata il calcio. Adesso era diventata una fogna. Avevo il fegato a pezzi per gli antidolorifici. Avevo un dolore pazzesco a quella caviglia maledetta. Ero disperato. Dopo, quando ne sono uscito, ho capito di aver vissuto qualcosa di simile alla depressione.»

Nazionale

Con la nazionale olandese conta 24 reti in 58 presenze, la prima delle quali nel 1983 contro l'Islanda. Fu protagonista al campionato europeo del 1988, segnando 5 reti: 3 di queste furono all'Inghilterra nel girone.Segnò anche ai sovietici nella finale vinta per 2-0: la sua rete fu premiata da World Soccer come il secondo gol più bello nella storia calcistica. Partecipò al campionato del mondo del 1990 senza segnare, mentre nelle qualificazioni al campionato europeo del 1992 fu autore di una cinquina contro Malta. Infortunato, non fu presente al campionato del mondo del 1994.

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