Mauro German Camoranesi

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Biografia

Mauro Germán Camoranesi Serra (Tandil, 4 ottobre 1976) è un allenatore di calcio ed ex calciatore argentino naturalizzato italiano, di ruolo centrocampista, tecnico del Tabor Sežana. È stato campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006. Esterno destro rapido, l'esordio da professionista avviene in Messico, al Santos Laguna, dopo essersi formato in club argentini. Nel 1997 si trasferisce a Montevideo, Uruguay. Nello stesso anno torna in Argentina, firmando per il Banfield: 16 reti in 38 incontri convincono il Cruz Azul ad acquistarlo. L'esterno fa così ritorno anche in Messico, dove gioca tra il 1998 e il 2000, prima di trasferirsi in Italia, all'Hellas Verona nel 2000. A Verona è schierato subito titolare: 51 incontri e 7 gol in Serie A, la Juventus lo acquista in comproprietà a € 4 milioni nel 2002, riscattandone il cartellino dopo la prima stagione per altri 4,5 milioni di euro. Vince subito campionato e Supercoppa italiana nel 2003. Nel 2006, con la retrocessione del club torinese in Serie B, l'italo-argentino resta e contribuisce alla risalita verso la massima divisione. Dopo 288 presenze e 32 gol con la Juventus, nel 2010 si trasferisce in Germania, allo Stoccarda. Negli ultimi anni decide di fare ritorno in patria per terminare la carriera.Dal 2003 al 2010 è convocato dalla Nazionale italiana (vanta chiare origini italiane in quanto  i suoi avi emigrarono in Argentina da Potenza Picena) per un totale di 55 partite e 4 gol. Con l'Italia gioca due Europei (2004 e 2008), due Mondiali (quello del 2006 vinto in Germania da protagonista e quello del 2010) e la Confederations Cup 2009.

Carriera

Esordi in Sudamerica

Muove i primi passi nelle giovanili del Gymnasia Y Esgrima, in Argentina. Nel 1994, quando militava tra le file del settore giovanile dell'Aldosivi, fu autore, nel derby contro l'Alvarado, di un intervento falloso che causò la rottura di menisco e tendine del ginocchio del giocatore avversario Roberto Pizzo, che poté tornare all'attività fisica solo dopo una lunghissima rieducazione e fu costretto a smettere di giocare. A sedici anni di distanza il giocatore è stato condannato a versare 50 000 dollari (pari a 38 000 euro) per danni fisici: a Pizzo, infatti, restò il 39% di invalidità al ginocchio. Sigla il suo primo contratto da professionista in Messico nel Santos Laguna (1996-1997). In seguito, firma un accordo con i Montevideo Wanderers. Con i Bohemios gioca solo alcune partite di Primera División Uruguaya in quanto, dopo aver subito 10 giornate di squalifica per un pestone a un arbitro, l'esperienza si interrompe. Dopo una parentesi in patria nella stagione 1997-1998 al Banfield, torna in Messico ingaggiato dal Cruz Azul, squadra nella quale realizza 32 reti in 78 partite.

Verona

Nell'estate del 2000, viene acquistato dal Verona. Con la nuova maglia esordisce in Serie A il 22 ottobre 2000 in Verona-Lazio 2-0 subentrando al 71' al posto di Vincenzo Italiano. Il 12 novembre arriva anche il suo primo gol in Serie A che vale il 2-2 finale in Vicenza-Verona. La squadra si salva dopo lo spareggio con la Reggina. In quella stagione realizza 22 presenze e 4 gol. Il 25 giugno 2001 viene riscattato l'intero cartellino dal Cruz Azul per 6 miliardi di lire. Nella stagione 2001-2002, retrocede con il Verona in Serie B.

Juventus

L'11 luglio 2002 passa alla Juventus in comproprietà per 4 milioni di euro, per sostituire l'infortunato Gianluca Zambrotta. Esordisce con la maglia della Juventus il 15 settembre 2002 in Juventus-Atalanta 3-0. A Torino, sotto la guida tecnica di Marcello Lippi, è subito titolare, disputando nella sua prima stagione tra le file bianconere, tra campionato e coppe, 45 partite, mettendo a segno 4 reti e vincendo il suo primo scudetto. Il 25 giugno 2003 viene riscattata la seconda metà del cartellino per 4,5 milioni di euro ed un giovane della primavera bianconera. Nelle stagioni a seguire rimane alla squadra torinese e il 14 ottobre 2005 prolunga il suo contratto fino al 2009. Con la Juventus conquista altri due scudetti nel 2004-2005 e nel 2005-2006, ma il primo viene revocato e il secondo non assegnato ai bianconeri, che vengono declassati in ultima posizione in seguito alle sanzioni di Calciopoli. Nella stagione 2006-2007 rimane nella squadra bianconera, nonostante le sue richieste di cessione dopo la retrocessione nella serie cadetta, segnando 4 gol. Il 10 luglio 2007 prolunga fino al 2010 il suo contratto con il club torinese.

Nella nuova stagione in Serie A dopo l'anno in Serie B, segna al Sant'Elia contro Cagliari, Milan e nel Derby d'Italia contro l'Inter in cui sigla il gol del pareggio, ma gioca solo poche partite, condizionato dagli infortuni. Rientra in campo dopo un lungo stop causato dalla lesione del retto femorale alla fine di gennaio 2008 in Coppa Italia contro l'Inter, partita in cui viene espulso pochi minuti dopo l'ingresso in campo. Il 22 marzo sigla uno dei due gol con cui la Juventus vince al Meazza contro i nerazzurri. Termina la sua sesta stagione in bianconero con 22 presenze e 5 reti. All'inizio della stagione 2008-2009 prolunga di un anno il suo contratto, ma è vittima di diversi infortuni: dopo la sconfitta con il Palermo del 5 ottobre si procura una lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia destra e ritorna pienamente disponibile a novembre inoltrato. Gioca la prima partita da titolare dopo lo stop il 29 novembre nella vittoria per 4-0 sulla Reggina, gara in cui si procura un nuovo infortunio dopo 4 minuti di gioco: lussazione acromion-claveare destra di primo grado,rimanendo in campo fino al termine del primo tempo e realizza il gol del vantaggio bianconero, suo primo gol stagionale. Nella stagione successiva viene impiegato spesso come esterno nel rombo di centrocampo, in modo da favorire l'inserimento del trequartista brasiliano Diego. Realizza il suo primo gol stagionale il 28 ottobre 2009 contro la Sampdoria (5-1) su assist di Sebastian Giovinco. In Champions League, nel quarto turno della fase a gironi, realizza contro il Maccabi Haifa il gol della vittoria juventina.Pochi giorni dopo realizza a Bergamo contro l'Atalanta (2-5) la sua seconda doppietta in Serie A contro quest'ultima. Con la maglia bianconera in 8 stagioni colleziona 223 presenze e 27 gol in campionato, 11 presenze e un gol in Coppa Italia, 50 presenze e 4 gol nelle coppe europee e 3 presenze nella Supercoppa italiana per un totale di 288 presenze e 32 gol.

Stoccarda

Il 31 agosto 2010 viene ceduto a titolo definitivo allo Stoccarda,dove ritrova l'ex compagno bianconero Cristian Molinaro. Debutta nella Bundesliga in data 11 settembre, schierato titolare nella sfida persa per 2-1 in casa del Friburgo. L'esperienza in Germania, dove Camoranesi totalizza 14 presenze tra campionato, Coppa di Germania ed Europa League, si chiude dopo appena 4 mesi, infatti il 26 gennaio 2011 rescinde consensualmente il contratto che lo legava alla società.

Lanús e Racing Club

Il 2 febbraio firma per il Lanús un contratto per due anni, con l'opzione di allenare le giovanili se decide di ritirarsi. Debutta nel campionato argentino nella partita Lanus-Arsenal del 14 febbraio quando, entrato al 37' del secondo tempo, fornisce un assist che la sua squadra converte nel secondo gol, in una partita vinta per 3-1. Il 23 luglio si rende protagonista di un brutto episodio: durante un'amichevole pre-campionato contro l'All Boys l'italo-argentino colpisce con due pugni al volto l'uruguayano Juan Pablo Rodríguez Conde, facendo scaturire una rissa conclusasi con la sospensione della partita. L'ex giocatore della Juventus ha poi proseguito lo scontro negli spogliatoi.Il 27  ottobre in Lanús-Racing Club dopo essere stato espulso colpisce con un calcio al volto l'avversario Patricio Toranzo e uscendo dal campo litiga con l'allenatore del Racing Diego Simeone.Conclude il suo anno al Lanús con 42 presenze (divise tra Apertura, Chiusura, Copa Libertadores e Copa Sudamericana), una rete e 12 assist. Il 22 luglio 2012 viene ceduto allo stesso Racing Club, dove si conferma titolare della squadra. Realizza la sua prima rete in maglia biancoceleste il 2 dicembre nella sfida casalinga contro la formazione dell'All Boys, partita che verrà vinta dai padroni di casa per 3-1. Il 13 febbraio 2014 ufficializza il ritiro dal calcio giocato al termine stagione, ma il 16 aprile viene messo fuori rosa per aver criticato il tecnico Merlo.

Nazionale

Viene ignorato dallo staff tecnico dell'Argentina, suo paese di provenienza. Così, grazie alla legge che attribuisce la cittadinanza italiana a chi abbia almeno un ascendente italiano,diventa a tutti gli effetti cittadino italiano. Ciò gli permette di venire convocato dal commissario tecnico della Nazionale italiana Giovanni Trapattoni, che lo fa esordire il 12 febbraio 2003, a 26 anni, nella partita amichevole Italia-Portogallo (1-0) disputata al Luigi Ferraris, a quasi 40 anni dopo Angelo Benedicto Sormani, l'ultimo oriundo a vestire la maglia azzurra prima di lui. Dopo il suo inserimento nel gruppo viene convocato per l'Europeo 2004. Confermato da Marcello Lippi, diventato c.t. nel 2004, che lo convoca per il vittorioso Mondiale del 2006 in Germania, giocando stabilmente da titolare sulla fascia destra. Viene considerato un punto fermo anche sotto la gestione del nuovo c.t. Roberto Donadoni, che lo convoca per l'Europeo 2008, dove l'Italia esce ai quarti di finale contro i futuri campioni della Spagna. Con Lippi, tornato alla guida degli Azzurri, prende parte alla Confederations Cup 2009 in Sudafrica, dove l'Italia viene eliminata al primo turno. Il 10 ottobre 2009 segna uno dei due gol decisivi nel match contro l'Irlanda (2-2), che regalano la qualificazione diretta ai Mondiali 2010 sempre in Sudafrica, dove viene convocato, scendendo in campo nella prima e nella seconda partita del girone. Non scende in campo nella terza, in cui gli Azzurri vengono eliminati. Dopo 7 anni di militanza, annuncia l'addio alla Nazionale. Nella storia della Nazionale italiana è l'oriundo con più presenze, a quota 55. È il settimo oriundo e unico nel dopoguerra ad aver vinto un campionato del mondo con la maglia azzurra (per gli altri bisogna risalire ai campionati del mondo del 1934 e 1938, quando lo vinsero Anfilogino Guarisi, Atilio Demaría, Enrique Guaita, Luis Monti, Raimundo Orsi e Michele Andreolo).

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