«È inutile spendere parole su un uomo che si è illustrato da solo per tanti anni su tutti i campi del mondo, che ha conquistato un titolo mondiale con pieno merito e che era un campione non soltanto di sport ma soprattutto di civiltà.»

(Sandro Ciotti, 1989.)

Gaetano Scirea

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Biografia

Nacque nell'hinterland milanese in una famiglia modesta, da padre siciliano, operaio alla Pirelli, e madre lombarda. Era sposato con Mariella Cavanna, in seguito parlamentare italiana di Forza Italia; dal matrimonio è nato Riccardo, unico figlio della coppia, il quale una volta adulto è approdato come il padre alla Juventus, in questo caso nello staff tecnico. Il 3 settembre 1989, da allenatore in seconda della Juventus, Scirea venne incaricato di assistere a un incontro del prossimo rivale dei piemontesi in Coppa UEFA, il Górnik Zabrze, recandosi in Polonia; data la modesta caratura degli avversari, sia lui sia il tecnico Dino Zoff ritenevano superfluo tanto scrupolo, ma entrambi si attennero alle disposizioni della dirigenza bianconera. Durante il viaggio di ritorno verso Varsavia, dove avrebbe dovuto prendere il volo per Torino, accompagnato da un autista locale, da un interprete e da un dirigente del Górnik, la vettura su cui era a bordo fu tamponata da un furgone nei pressi di Babsk, prendendo fuoco anche a causa di quattro taniche di benzina che erano state stipate nel bagagliaio in caso di necessità. Dei quattro occupanti si salvò solo il dirigente della squadra polacca che, seduto sul sedile anteriore, ed essendosi aperto lo sportello alla sua destra durante il tamponamento, poté uscire dal veicolo. Per Scirea, l'autista e l'interprete il rogo fu fatale, visto che, in base agli esiti dell'autopsia, non avevano riportato lesioni nell'impatto. Scirea fu soccorso e trasportato presso un ospedale vicino ma, a causa delle gravi ustioni riportate, i medici non poterono fare altro che constatarne il decesso. L'incidente avvenne la domenica pomeriggio, e la notizia della morte di Scirea fu comunicata in Italia la sera stessa da Sandro Ciotti alla Domenica Sportiva, suscitando lo sgomento degli ospiti in studio, tra cui vi era il suo ex compagno di squadra Marco Tardelli. Venne sepolto nel cimitero di Morsasco, comune d'origine della moglie Mariella.

Caratteristiche tecniche

Secondo Gianni Brera «il povero Scirea era dolce e composto, di una moderazione tipica del grande artista. Non era difensore irresistibile né arcigno, era buono, ma completava il repertorio con sortite di esemplare tempestività, a volte erigendosi addirittura a match winner» Sulla stessa lunghezza d'onda anche Giampiero Mughini, per il quale Scirea «era un giocatore che parlava poco, e questo anche quando sarà reputato il più grande libero del mondo». Con movenze simili a quelle di Franz Beckenbauer,Scirea è ritenuto non soltanto uno dei più grandi difensori di sempre, ma anche uno dei più eleganti e moderni: il suo notevole senso tattico, reminiscenza dei suoi esordi da centrocampista, lo portava a dare il la a repentini ribaltamenti di gioco, assumendosi in prima persona il compito di impostare l'azione. In questo senso, Gianni Mura ha ricordato che «da ragazzino lui sognava Suárez e Rivera, la maglia numero 10, la direzione d'orchestra. Ci è arrivato ugualmente, con la maglia numero 6: direzione della difesa e appoggio al centrocampo e all'attacco»; analogamente, Mario Sconcerti lo ha riassunto in «un trequartista nella sua area di rigore» Nella sua lunga carriera in campo, segnata da correttezza e signorilità, spicca la completa assenza di espulsioni, fatto più unico che raro per un calciatore del suo ruolo; a tal proposito, Mughini si domanda se «qualcuno di voi che abbia amato il calcio degli anni settanta e che ricorda quelle partite, anche le più infiammate, qualcuno di voi ricorda una sola volta che Scirea sia entrato sulla palla fuori tempo, si sia sgraziato nel movimento di ostruire e fare ripartire il gioco? Qualcuno di voi ricorda un suo gesto eccitato o fuori posto o sleale? Io non credo. O meglio: quei gesti eccitati o fuori posto o sleali non ci sono mai stati»

Carriera

Atalanta

I primi calci al pallone li tira nel gruppo sportivo "Serenissima" di Cinisello Balsamo, dove nella locale squadra di calcio a sette gioca come punta dal 1963 al 1967. L'allora dirigente della Serenissima San Pio X, Giovanni Crimella, nel 1967 lo porta alle giovanili dell'Atalanta, dove viene schierato inizialmente come ala destra, ruolo in cui grazie all'ottimo tocco di palla e l'eleganza nella corsa riusciva a segnare una grande quantità di gol; tuttavia la sua grande visione di gioco spesso lo portava ad accentrarsi, e per questo motivo col passare del tempo venne fatto giocare come centrocampista.  Gaetano Scirea esordì in Serie A il 24 settembre 1972 con il club orobico in Cagliari-Atalanta 0-0, partita in cui sostituì nella posizione di libero l'infortunato Savoia, impressionando per la sicurezza con cui giocò nel ruolo che solo da poco aveva incominciato a ricoprire. Nel corso del campionato nacquero varie discussioni sia in seno alla società bergamasca sia sulla stampa sull'opportunità di impiegare Scirea come difensore nonostante le sue doti in mezzo al campo, anche per il fatto che lo stesso giocatore quando interpellato esprimeva la sua preferenza per il ruolo di mezzala. Dopo un'ulteriore partita da titolare (lo 0-0 casalingo contro il Napoli) Scirea perde il ruolo di libero, sostituito dal rientrante Savoia; dopo una sola partita (la sconfitta per 9-3 sul campo del Milan) riprese comunque a giocare da titolare, come libero o come mezzala a seconda delle necessità Dopo aver disputato complessivamente 20 partite nella massima serie e 2 partite in Coppa Italia, restò a Bergamo anche la stagione successiva, che gli orobici disputarono in Serie B dopo la retrocessione, per differenza reti, dell'anno precedente. Nella prima giornata di campionato giocò la sua ultima partita da mediano con l'Atalanta, in una sconfitta per 1-0 sul campo del Como, ma già dalla seconda giornata per decisione del neoallenatore neroazzurro Heriberto Herrera venne schierato stabilmente come libero, disputando tutte e 38 le partite di campionato (con anche un gol segnato, il 12 maggio 1974 in una partita persa per 2-1 sul campo del Brindisi) e 10 partite in Coppa Italia, manifestazione in cui mise anche a segno una rete il 27 marzo 1974 in una partita vinta per 1-0 contro l'Inter nel girone di semifinale. Quando ebbe l'età per giocare nella Primavera (mentre alternava il calcio con il lavoro da tornitore nell'officina dello zio a Cernusco sul Naviglio, occupazione che mantenne anche dopo l'esordio in Serie A), l'allenatore Ilario Castagner lo schierò regolarmente come libero di fianco allo stopper Antonio Percassi, futuro presidente dell'Atalanta. Scirea tuttavia non interpretò il nuovo ruolo nel modo tradizionale, ma divenne il vero e proprio organizzatore di gioco della Primavera neroazzurra, con frequenti inserimenti in mezzo al campo, fino alle soglie dell'area avversaria

Juventus

Grazie al canale privilegiato allora esistente tra Atalanta e Juventus, la società torinese, che già lo teneva sotto osservazione dall'esordio nella massima serie, lo acquistò dal presidente Bortolotti nell'estate del 1974 per 700 milioni di lire più i cartellini di Giorgio Mastropasqua, Gian Pietro Marchetti e la comproprietà di Giuliano Musiello. La formazione piemontese cercava un sostituto all'altezza del libero Sandro Salvadore, prossimo al ritiro, e il giovane Scirea sembrò subito adatto: inserito in una difesa di sicuro affidamento composta da Cuccureddu, Gentile, Spinosi e Francesco Morini, il ventunenne si ambientò subito e giocò 28 delle 30 partite della stagione 1974-75, divenendo stabilmente titolare e vincendo il suo primo campionato, il sedicesimo per i bianconeri.   Fu tra i protagonisti nell'annata 1976-77 dell'accoppiata scudetto-Coppa UEFA. Lo scudetto fu vinto con 51 punti — all'epoca, un record per un torneo a 16 squadre con 2 punti a vittoria — dopo un testa a testa durato per tutto il torneo contro i rivali del Torino che finirono a un solo punto di distanza; la Coppa UEFA, conquistata nella durissima doppia finale contro gli spagnoli dell'Athletic Bilbao, fu la prima competizione confederale vinta dalla Juventus. 

Nel 1981-82 Scirea contribuì alla vittoria del ventesimo scudetto nella storia dei torinesi, che diede loro il diritto di fregiarsi della seconda stella sulle maglie. La Coppa Italia messa in bacheca nel 1982-83 aprì alla Juventus le porte della successiva Coppa delle Coppe, in cui bianconeri trionfarono contro il Porto per 2-1 nella finale di Basilea del 16 maggio 1984. Fu quella la seconda accoppiata per il club italiano e per Scirea, che vinse anche il campionato 1983-84, il sesto per lui e il ventunesimo per la società. Sul piano personale, con il declino di Furino, dall'estate 1983 Scirea era inoltre diventato il capitano della squadra bianconera. Il 1985 fu l'anno della Coppa dei Campioni, che i bianconeri conquistarono nella tragica finale di Bruxelles allo Stadio Heysel contro gli inglesi del Liverpool, già battuti nel gennaio precedente nella Supercoppa UEFA. A fine anno la Juventus vinse a Tokyo, contro i campioni sudamericani dell'Argentinos Juniors, anche la Coppa Intercontinentale, che fu proprio Scirea a sollevare come capitano.Si ritirò dal calcio giocato all'età di 35 anni, alla fine della stagione 1987-88, dopo 377 partite di campionato e 552 totali con la maglia bianconera. Con la società piemontese vinse in totale 7 campionati nazionali, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa Intercontinentale, divenendo il primo calciatore in assoluto, assieme al suo compagno di squadra Antonio Cabrini, ad aver vinto tutte le competizioni calcistiche ufficiali per club[N 2] e contribuendo, allo stesso tempo, a rendere la Juventus la prima squadra a poter esibire in bacheca tutti i tornei organizzati dall'UEFA

Nazionale

Scirea esordì in nazionale il 30 dicembre 1975, all'età di 22 anni, nella partita amichevole Italia-Grecia (3-2), durante la gestione di Enzo Bearzot e Fulvio Bernardini; mise a segno il suo primo gol in azzurro il 19 aprile 1980, in una partita amichevole pareggiata per 2-2 contro la Polonia. Sotto la guida tecnica del solo Bearzot, prese parte al campionato del mondo 1978 in Argentina, dove l'Italia si classificò quarta; al campionato d'Europa 1980 organizzato in Italia, dove gli Azzurri arrivarono ancora quarti; al campionato del mondo 1982 in Spagna, vinto in finale contro la Germania Ovest per 3-1; e infine, da capitano della squadra, al campionato del mondo 1986 in Messico, che a 33 anni segnò anche la fine della sua carriera azzurra, coincidente con l'eliminazione agli ottavi di finale contro la Francia (2-0) il 17 giugno 1986.

In nazionale Scirea totalizzò complessivamente 78 presenze (10 delle quali da capitano)

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