Le origini

La Juventus nacque nell'autunno del 1897 a Torino come società civile «per gioco, per divertimento, per voglia di novità» su iniziativa di alcuni giovani studenti della terza e quarta classe del Liceo classico "Massimo d'Azeglio" che si ritrovavano nella vicina Piazza d'armi per giocare a foot-ball.

Secondo la memoria scritta che si riferisce all'origine della società torinese, è verosimile che i soci fondatori furono Eugenio Canfari, Enrico Canfari, Gioacchino Armano I, Alfredo Armano, Luigi Gibezzi, Umberto Malvano, Carlo Vittorio Varetti, Umberto Savoia, Domenico Donna, Carlo Ferrero, Francesco Daprà, Luigi Forlano ed Enrico Piero Molinatti cui si aggiunsero successivamente Pio Crea, Carlo Favero, Gino Rocca, Guido Botto e Eugenio Secco, tutti con un'età tra quattordici e diciassette anni. Il luogo tipico di riunione di questi liceali era una panchina – non distante dalla loro scuola – di fronte alla pasticceria Platti verso il corso Duca di Genova;la panchina è custodita dal 2012 nel museo del club.L'argomento principale era lo sport, in particolare il calcio, che dalla Gran Bretagna stava espandendosi nel resto d'Europa. Si assume per convenzione il 1º novembre del 1897 quale data di fondazione ufficiale del club.

Inizialmente, i soci fondatori dovettero affrontare il problema della sede, risolto dai fratelli Canfari che offrirono il retrobottega della loro officina ciclistica in Corso Re Umberto 42, dove ebbe luogo la prima riunione. Dopo un'opportuna votazione, i soci, sebbene la maggioranza propendesse per i primi due nomi, scelsero invece quello meno votato, «Sport-Club Juventus» (che, tra l'altro, suonava come un compromesso tra un nome anglosassone e uno latineggiante) per favorire la diffusione del nuovo sport e la passione per la squadra anche fuori dell'ambito cittadino o regionale. Enrico Canfari, autore tra gli altri dell'unico documento con caratteristiche di "ufficialità" attestante con sufficiente certezza la nascita e i primi anni della Juventus, racconta:

« Si venne finalmente alla seduta decisiva: battaglia grossa! Da una parte i latinofobi, dall'altra i classicheggianti, in minor numero i democratici. All'onore della votazione s’avanzarono tre nomi: 'Società Via Fort', 'Società Sportiva Massimo d’Azeglio' e 'Sport-Club Juventus'.
Per quest’ultimo pochi simpatizzavano, ragione per cui riuscì ad imporsi. Fra gli oppositori c'ero proprio io: mi sembrava che quel 'Juventus' più non s'addicesse a soci fatti maturi. Avevo torto: nella 'Juventus' non s'invecchia, ... invecchia invece la 'Juventus'. E così la società fu battezzata 'Sport-Club Juventus'. »

La sede cambiò presto ubicazione: fu scelta una scuderia di via Parini, composta da quattro camere, una tettoia e una soffitta, nonché provvista di acqua potabile; il costo dell'affitto – sei lire dall'epoca al mese – si rivelò però proibitivo e così lo S.C. Juventus venne sfrattato. Nel 1898 il club vide un incremento dei soci e dei giocatori tale da richiedere lo spostamento della sede presso un locale di via Piazzi 4. La presidenza della società passò da Eugenio Canfari al fratello Enrico. Il 15 marzo dello stesso anno fu fondata la F.I.F. (Federazione Italiana Foot-Ball, in seguito divenuta Federazione Italiana Giuoco Calcio). Per ragioni sconosciute, la Juventus non si iscrisse all'associazione e quindi non poté partecipare al primo campionato italiano di calcio che si svolse l'8 maggio di quello stesso anno a Torino tra quattro squadre: Foot-Ball Club Torinese, Genoa, Società Ginnastica e International Foot-Ball Club Torino.

Nel 1899 la società assunse il nome di Foot-Ball Club Juventus. Canfari descrisse così il motivo del cambio di denominazione:

« Da quell'epoca il nostro scopo sportivo venne più nettamente a precisarsi ed il solo foot-ball occupò la nostra attività; ed al primitivo nome di Sport-Club Juventus fu sostituito l'attuale 'Foot-Ball Club Juventus' o semplicemente Juventus. Questo nome fu, come vedete ora, veramente fortunato poiché le Società Sportive nostre omonime sono moltissime, ma la vera Juventus è una sola: la nostra. »

Gli incontri di quell'anno si svolsero in prevalenza in Piazza d'armi, località Crocetta. La squadra ricevette anche i primi inviti da Alessandria, Milano e Genova, e fu la prima squadra a ospitare a Torino una squadra straniera: il Montriond di Losanna. Presto la squadra acquisì il diritto di giocare al Velodromo Umberto I, uno degli impianti sportivi di Torino dell'epoca. La sua prima divisa sociale, nel 1897, prevedeva una camicia bianca e pantaloni «alla zuava», sostituita due anni dopo da una camicia rosa con papillon, colletto bianco, cravattino e berretto nero.