Giampiero Boniperti

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Biografia

Suo figlio Giampaolo, dopo aver tentato dapprima la carriera di calciatore, con trascorsi nel settore giovanile della Juventus e nei Toronto Blizzard,è stato in seguito dirigente del club bianconero; il figlio di questi, Filippo, nipote di Giampiero, è diventato a sua volta calciatore con una carriera partita da vivaio bianconero e poi spesa prettamente nelle serie minori italiane Alle elezioni europee del 1994 Giampiero Boniperti è stato candidato ed eletto europarlamentare, nelle liste di Forza Italia. È rimasto in carica per tutta la durata della IV legislatura del Parlamento europeo, fino al 1999.

Caratteristiche Tecniche

«Boniperti esige di riavere la palla per concludere e fare gol come gli piace sempre. Io sono un suo vecchio amico e me ne rammarico sinceramente. Secondo me converrebbe a lui e alla squadra che si limitasse ad impostare il gioco.»

(Gianni Brera)

Nato come ala destra, emerse ben presto come centravanti dotato di velocità nella corsa e potenza nel tiro:interpretò il ruolo per gran parte della carriera, mandato in porta dai compagni di squadra John e Karl Aage Hansen, e Karl Aage Præst. Negli ultimi anni da calciatore, seguendo una parabola comune ad altri attaccanti, arretrò il suo raggio d'azione come mezzala, divenendo uomo-assist per John Charles e Omar Sívori;una scelta avallata in primis dal giornalista Gianni Brera, il quale colse tale occasione per coniare, per la prima volta nella lingua italiana, il neologismo di «centro-campista» — inizialmente scritto col trattino — poi affermatosi nell'uso comune.

Cariera

Esordi e primi successi

«La Juve non è soltanto la squadra del mio cuore. È il mio cuore.»

(Giampiero Boniperti)

Soprannominato dagli avversari "Marisa" (nomignolo affibbiatogli dal giocatore Benito Lorenzi) per i suoi boccoli biondi, ha sempre legato il suo nome a quello della Juventus, nella quale mosse i primi passi da calciatore professionista nell'immediato secondo dopoguerra. Dapprima, dal 1945 al 1946 militò nel Barengo, squadra del suo paese natale. Nell'ultimo anno si trasferì al Momo Novarese, formazione dilettantistica della provincia, dove rimase fino a settembre, mese in cui compì il grande salto in Serie A approdando alla Juventus; venne portato alla società piemontese da Egidio Perone, medico torinese e suo grande amico. Inizialmente aggregato alla squadra riserve del club zebrato, esordì in prima squadra sul finire del campionato 1946-1947, debuttando il 2 marzo 1947 al Comunale di Torino nella classica persa 1-2 contro il Milan.La prova incolore offerta, lo riportò temporaneamente tra le riserve; tuttavia il profilarsi di una stagione senza più obiettivi, convinse il tecnico juventino Renato Cesarini a guardare già alla successiva, sfruttando il finale di campionato per far accumulare esperienza agli elementi più giovani.L'8 giugno seguente, sul campo del Ferraris di Genova, Boniperti ebbe così una nuova occasione, e alla seconda presenza ufficiale mise a referto i suoi primi gol in maglia bianconera, con una doppietta nel 3-0 alla Sampdoria.Stavolta il giovane calciatore si mise subito in luce, segnando 5 reti in 6 partite di quel suo primo torneo.Conquistato immediatamente un posto nell'undici titolare, l'anno dopo non saltò alcuna partita, e schierato da Cesarini stabilmente nel ruolo di centravanti fu capocannoniere della massima serie con 27 gol, a vent'anni ancora da compiere,davanti ai granata Valentino Mazzola e Guglielmo Gabetto.

Nonostante la fedele militanza in maglia bianconera, in questi anni per un'unica partita Boniperti vestì eccezionalmente la casacca granata degli storici rivali cittadini, il Torino: ciò avvenne il 26 maggio 1949 quando, per rendere omaggio alla squadra del Grande Torino perita poche settimane prima nella tragedia di Superga, venne organizzata un'amichevole a scopo benefico volta ad aiutare le famiglie delle vittime; nell'occasione una selezione dei migliori giocatori della Serie A dell'epoca, riuniti sotto il nome di Torino "Simbolo", scese in campo contro gli argentini del River Plate in una sfida chiusasi in parità sul 2-2. Al di là di questo episodio, Boniperti divenne ben presto una bandiera della Juventus, conquistando con Madama lo scudetto nel campionato 1949-1950 — mettendo fine a un digiuno tricolore che in casa bianconera perdurava da ben tre lustri — e, soprattutto, continuando a segnare con una media impressionante: raggiunse infatti il traguardo delle 100 reti in Serie A prima di compiere ventiquattro anni. Nel corso della stagione 1951-1952 fece suo il secondo titolo italiano; tuttavia da qui in avanti, l'emergere di competitive rivali come l'Inter di Skoglund e Lorenzi, il Milan del Gre-No-Li e la Fiorentina di Bernardini, portarono alla fine del vittorioso ciclo bianconero dei primi anni 1950.

Dal Trio Magico al ritiro

Dopo sei anni trascorsi senza successi, nella stagione 1957-1958 Boniperti poté riconquistare il tricolore — il decimo per la società bianconera, che da questo momento sarà la prima a potersi fregiare della cosiddetta "stella" — grazie a una rinnovata Juventus, nel frattempo ricostruita dall'opera di Umberto Agnelli. Boniperti contribuì alla rinascita bianconera ricoprendo quel ruolo di mezzala in cui già da qualche anno brillava, mettendo così al servizio della squadra le sue eccellenti doti tecniche e di visione di gioco, e andando a formare un temibile tridente d'attacco con i due neoacquisti estivi della Juventus, il gallese John Charles e l'italo-argentino Omar Sívori: era nato il famoso Trio Magico. Seguirono presto il quarto (1959-1960) e il quinto scudetto (1960-1961), in quella che è ricordata come una delle squadre più forti di tutti i tempi. Proprio dopo questi trionfi, nel 1961 Boniperti diede l'addio al calcio, ritirandosi all'età di 33 anni pur essendo ancora in buone condizioni fisiche; la sua ultima partita, il 10 giugno, fu quella contro l'Inter dei ragazzi, schierata per protesta dal presidente Angelo Moratti, nel famoso 9-1 in cui esordì Sandro Mazzola. Boniperti è riconosciuto dalla Juventus come il calciatore più rappresentativo nella storia della società, fino al 30 ottobre 2010 ha detenuto il record di gol in Serie A con la maglia bianconera con 178 reti (superato poi solo da Alessandro Del Piero),mentre sino al 5 febbraio dello stesso anno ha conservato il primato di presenze in massima serie, 445 (superato ancora una volta da Del Piero).   

In maglia bianconera ha collezionato 469 presenze (443 in A, 13 in Coppa Italia, 9 in Europa e 4 in Coppa Rio), realizzando un totale di 188 reti (178 in A, 1 in Coppa Italia, 3 in Europa e 6 in Coppa Rio).

Nazionale

Giocò per la prima volta in nazionale A il 9 novembre 1947, sotto la guida di Vittorio Pozzo, chiamato a sostituire il centrattacco granata Guglielmo Gabetto nella sconfitta per 5-1 contro l'Austria. Ritrovò l'azzurro dopo due anni, il 22 maggio 1949, poche settimane dopo la tragedia di Superga in cui perì il Grande Torino; alla seconda partita ufficiale, ancora contro gli austriaci, a Firenze, segnò il suo primo gol in nazionale.

Con la maglia azzurra non raccolse successi, anche per via dell'impoverimento tecnico che colpì il calcio italiano all'indomani della sciagura di Superga e che si protrarrà per tutto il successivo decennio. In tale contesto, Boniperti divenne uno dei punti fermi su cui rifondare una nazionale orfana del "blocco granata",partecipando alle sfortunate avventure al campionato del mondo 1950 in Brasile e al campionato del mondo 1954 in Svizzera, mentre nel 1958 l'Italia non riuscì a qualificarsi alla fase finale. Collezionò 38 presenze in azzurro con 8 reti — oltre a 1 presenza e 2 gol con la nazionale B, nel 1950 —, ottenendo i gradi di capitano nel 1952. Si ritirò dalla nazionale nel 1960. È l'unico calciatore ad aver segnato un gol in azzurro in tre decenni differenti, dagli anni 1940 agli anni 1960. Prese inoltre parte, unico italiano invitato, alla prestigiosa sfida tra Inghilterra e Resto d'Europa giocata il 21 ottobre 1953 al Wembley Stadium di Londra, in cui si mise in mostra nelle file dei «continentali» realizzando una doppietta nel 4-4 finale

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