Stefano Tacconi

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Biografia

Stefano Tacconi (Perugia, 13 maggio 1957) è un ex calciatore italiano, di ruolo portiere.

Estremo difensore della Juventus per quasi un decennio (1983-1992) nonché capitano nelle ultime stagioni, con la formazione bianconera ha vinto, a cavallo degli anni 1980 e 1990, tutte le maggiori competizioni UEFA per club, unico portiere nel farlo.È stato inserito, dall'IFFHS, al 143º posto nella classifica dei migliori portieri del mondo nel quarto di secolo 1987-2011.È sposato in seconde nozze con Laura, da cui ha avuto quattro figli.Ha un diploma di cuoco, che ha messo a frutto al termine della carriera agonistica divenendo imprenditore nel campo della ristorazione.

Caratteristiche Tecniche

Portiere dal carattere acceso,Tacconi è stato descritto dal giornalista Vladimiro Caminiti come un estremo difensore in grado di esaltarsi nelle partite decisive, nonché dotato di grande vigore atletico,che lo rendeva molto abile tra i pali.Era solito intervenire con sicurezza se chiamato a uscire frontalmente;appariva invece più restìo ad andare incontro ai palloni scagliati dalle fasce verso il centro dell'area.Pur essendo dotato di un buon rinvio da fondo campo,non era molto abile nel gioco coi piedi: pertanto, al pari di molti altri numeri uno dell'epoca, accusò difficoltà di adattamento alle nuove regole introdotte nella stagione 1992-1993, che tra le altre cose impedirono ai portieri di intervenire con le mani in caso di retropassaggio volontario di un compagno di squadra; innovazioni, queste, verso le quali Tacconi si mostrò piuttosto critico.

Carriera

Inizi e Avellino

Cresciuto nello Spoleto, nelle cui giovanili entrò nel 1970,passò poi all'Inter che lo inserì nel proprio settore giovanile, militando nelle categorie Berretti e Primavera. Tornato in prestito a Spoleto per giocare da titolare il campionato di Serie D 1976-1977, la stagione seguente i nerazzurri lo dirottarono sempre in prestito alla Pro Patria,dove esordì da professionista in Serie C. Al termine di un'annata caratterizzata da una frattura dell'ulna,[senza fonte] mise a referto 7 presenze. Per la successiva stagione l'Inter lo inviò nuovamente in prestito al Livorno,nella neonata Serie C1, dove trovò come allenatore Tarcisio Burgnich, che lo fece giocare titolare; il campionato 1978-1979, in cui Tacconi si avvalse di Gino Merlo come preparatore, vide gli amaranto chiudere a metà classifica, con una delle difese meno battute del torneo. Archiviata la parentesi labronica, non riuscì a convincere la società interista che quindi lo cedette a titolo definitivo alla Sambenedettese,in Serie B. In riva all'Adriatico Tacconi, il quale ebbe Piero Persico come preparatore, disputò il campionato cadetto 1979-1980 dove pur ben figurando sul piano personale, non riuscì a evitare la retrocessione dei rossoblù.Ciò nonostante, le buone prestazioni offerte a San Benedetto del Tronto destarono le attenzioni dell'Avellino,con cui il portiere esordì in Serie A nella stagione 1980-1981, agli ordini di Luís Vinício. Rimase in Irpinia per un triennio, con un'interpretazione spregiudicata del ruolo («dovevo fare anche da "libero"»),emergendo tra i maggiori talenti — insieme a lui anche Barbadillo, Carnevale, De Napoli, Favero, Juary e Vignola — portati alla ribalta durante gli anni 1980 dalla provinciale biancoverde del commendatore Antonio Sibilia

Juventus

Nell'estate 1983 venne acquistato dalla Juventus, dove presto vinse il ballottaggio con Luciano Bodini per sostituire Dino Zoff appena ritiratosi dall'attività agonistica — «ho cercato con la mia spavalderia di far dimenticare il suo mito», dirà in proposito —;  a Torino ebbe inizialmente proprio Zoff come preparatore (e successivamente, sul finire dell'esperienza in bianconero, anche come allenatore della squadra). Approdato in una big, Tacconi non tradì pressioni di sorta avendo un positivo impatto con la realtà juventina, contribuendo nel 1984 alla conquista del double formato dal campionato di Serie A e dalla Coppa delle Coppe. Ciò nonostante alla seconda stagione in Piemonte visse un periodo d'appannamento in campoe conseguenti frizioni con la società,che portarono il tecnico Giovanni Trapattoni, per larga parte dell'annata 1984-1985, a preferirgli la riserva Bodini;Tacconi ritrovò la titolarità solamente a fine stagione, in occasione della vittoriosa finale di Coppa dei Campioni a Bruxelles,«nella maledetta notte dell'Heysel»

Tornato definitivamente titolare della porta bianconera, rimase a Torino per nove stagioni nel corso delle quali diventò anche capitano della squadra,conquistando in ambito nazionale un altro scudetto, nel campionato 1985-1986, e la Coppa Italia 1989-1990; a livello internazionale ebbe invece modo di inanellare affermazioni in cinque delle sei competizioni calcistiche per club riconosciute dalla UEFA — record per un portiere —:oltre alle succitate Coppa Coppe e Coppa Campioni, aggiunse infatti al suo palmarès anche la Supercoppa UEFA 1984 (pur se nell'occasione assistette al match dalla panchina), la Coppa Intercontinentale 1985 dove visse «il momento sportivo più esaltante» della carriera risultando decisivo nel vittorioso esito ai tiri di rigore,[e infine la Coppa UEFA 1989-1990. Sarà quest'ultima, a posteriori, l'ultima stagione ad alti livelli di Tacconi. Nella successiva, 1990-1991, pur vedendolo diventare capitano della Juventus, arrivarono gravi screzi con il nuovo tecnico Luigi Maifredi che sfociarono in un campionato negativo,mentre nell'annata 1991-1992, l'ultima a Torino, pur partendo titolare venne via via insidiato dal neoacquisto ed emergente Angelo Peruzzi, lasciando così la società bianconera al termine della stagione, a 35 anni.

Genoa

Nell'estate 1992 si accasò al Genoa, sempre in massima serie, dove andò a sostituire il pur più giovane Simone Braglia. Nel capoluogo ligure, dove fu titolare con Franco Scoglio e riserva con Giuseppe Marchioro,offrì un rendimento altalenante, specie nella prima stagione. L'esperienza con i rossoblù finì bruscamente il 12 dicembre 1994, con la rescissione del contratto (il giocatore verrà pagato fino a fine stagione) e il ritiro dall'attività professionistica.

Nazionale

In maglia azzurra fu il portiere titolare della nazionale olimpica di fine anni 1980, guidata prima da Dino Zoff nel percorso di qualificazione ai Giochi di Seul 1988,e poi da Francesco Rocca nella fase finale del torneo chiuso dagli azzurri al quarto posto.  Con la nazionale maggiore, invece, Tacconi non riuscì mai — a differenza di quanto fatto coi colori bianconeri — a raccogliere l'eredità di Zoff (sebbene Azeglio Vicini, commissario tecnico dal 1986 al 1991, avesse un'ottima opinione di lui):esordì solo a 30 anni, nel giugno 1987, e scese in campo unicamente in partite amichevoli, quasi sempre da subentrato, per un totale di 7 presenze e 2 gol subìti. Prese parte, come riserva di Walter Zenga, al campionato d'Europa 1988 in Germania Ovest, che vide gli azzurri semifinalisti, e al campionato del mondo 1990, concluso dall'Italia padrona di casa al terzo posto.Pur senza mai scalfire la titolarità di Zenga, fu generalmente considerato un «eccellente vice», potenzialmente degno della maglia numero 1, e la sua rivalità con il collega dell'Inter — volutamente istrionica benché caratterizzata da reciproca stima — tenne banco a lungo nelle pagine dei quotidiani sportivi dell'epoca. Militò in nazionale fino al 1991, anno in cui fu scavalcato dall'emergente Gianluca Pagliuca nel ruolo di vice-Zenga ed escluso dal giro azzurro.

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