Gli anni 1970 e 1980

L'era Boniperti (1971-1990)

Il 13 luglio 1971 Giampiero Boniperti, dopo il lungo periodo trascorso in veste di giocatore, diventò presidente del club. Con Boniperti si aprì un lungo ciclo trionfale che coincise, come negli anni 1930, con i grandi successi della Nazionale italiana, guidata in questi anni da Enzo Bearzot.

Sotto la sua gestione dirigenziale, la società vinse nove scudetti in quindici anni (1971-1972, 1972-1973, 1974-1975, 1976-1977, 1977-1978, 1980-1981, 1981-1982, 1983-1984 e 1985-1986), tre Coppe Italia (1978-1979, 1982-1983 e 1989-1990) e un totale di sei trofei a livello internazionale, tra loro tutte le competizioni a livello di club, sia confederali che il titolo mondiale, un'impresa mai accaduta prima nella storia del calcio.

I cicli di Vycpálek (1971-1974) e Parola (1974-1976)

La Juventus si classificò quarta nel campionato nazionale della stagione 1970-1971. Il 26 maggio di quell'anno morì a 36 anni, per un male incurabile, Armando Picchi, allenatore dei bianconeri da appena un anno. Nella stagione successiva la Juventus, già sotto la conduzione tecnica dell'ex giocatore cecoslovacco Čestmír Vycpálek e con l'apporto di alcuni elementi come Sandro Salvadore e la valorizzazione di giovani calciatori come Franco Causio (proveniente dal Lecce), Giuseppe Furino (cresciuto nelle divisioni minori bianconere, dal Palermo), Fabio Capello (dalla Roma), del libero (poi capitano bianconero) Gaetano Scirea e di Roberto Bettega (torinese prodotto del vivaio bianconero), vinse lo scudetto della stagione 1971-1972, in cui il girone d'andata fu un continuo alternarsi di squadre nelle prime posizioni, con un punto di vantaggio sul Milan.

Al termine della stagione 1972-1973 il club torinese vinse il suo quindicesimo scudetto, avendo la meglio su Lazio e Milan. La società lombarda si prese la rivincita in Coppa Italia battendo i bianconeri in finale ai calci di rigore. Nella stessa stagione raggiunsero per la prima volta nella loro storia la finale di Coppa dei Campioni, perdendo a Belgrado contro l'Ajax per 0-1.

Il 28 novembre di quell'anno la Juventus (che prese il posto del rinunciatario Ajax) perse a Roma anche la Coppa Intercontinentale contro l'Independiente: 0-1 contro i "diavoli rossi" di Avellaneda, con rigore fallito da Cuccureddu quando la gara era ancora sullo 0-0. Per di più, i dirigenti bianconeri avevano trovato l'accordo con gli argentini per disputare la finale in un'unica partita allo Stadio Olimpico di Roma.

Nel 1974, dopo il Mondiale in Germania, iniziò un nuovo ciclo di grandi risultati per la Nazionale del C.T. Enzo Bearzot: quattro anni dopo, al Campionato del mondo 1978 in Argentina, l'Italia arrivò quarta, avendo nelle file complessivamente nove giocatori bianconeri: Dino Zoff, Antonio Cabrini, Claudio Gentile, Gaetano Scirea, Romeo Benetti, Antonello Cuccureddu, Franco Causio, Marco Tardelli e Roberto Bettega. In seguito, al campionato mondiale in Spagna, sei giocatori bianconeri del cosiddetto Blocco-Juve.

Allenata dall'ex-campione bianconero Carlo Parola, nella stagione 1973-1974 la Juve si classificò seconda in Serie A, alle spalle della Lazio, e raggiunse il Girone finale di Coppa Italia. Nella stagione successiva, il club vinse lo scudetto, al termine di un duello con il Napoli, battuto per 6-2 al San Paolo il 15 dicembre e per 2-1 al Comunale di Torino il 6 aprile; la squadra arrivò fino alle semifinali della Coppa UEFA, dalla quale uscì in seguito alla doppia sconfitta col Twente. Nel campionato successivo, invece, non fu sufficiente un girone di andata da record (26 punti su 30 ottenuti), poiché lo scudetto fu vinto dal Torino.

Il decennio trapattoniano, la conquista dell'Europa e del mondo (1976-1986)

Biennio 1976-1978: due scudetti e la vittoria della Coppa UEFA

L'anno seguente, Parola fu sostituito da Giovanni Trapattoni, all'epoca trentasettenne e con alle spalle solo un biennio di conduzione tecnica nel Milan, club nel quale era stato anche giocatore. Al debutto sulla panchina della Juventus, il Trap vinse lo scudetto della stagione 1976-1977, conteso ai campioni uscenti del Torino fino all'ultima giornata: i bianconeri prevalsero alla fine con 51 punti, frutto di 23 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte (record per la Serie A a sedici squadre), contro i 50 dei concittadini granata. Quattro giorni prima di vincere il suo diciassettesimo scudetto, la Juventus si aggiudicò anche la sua prima, importante, competizione internazionale, la Coppa UEFA, al termine di una doppia finale disputata contro gli spagnoli dell'Athletic Club di Bilbao (1-0 all'andata, 1-2 al ritorno).

« Nella capitale della Biscaglia, la Juventus rappresentava l'Italia, anche in tribuna stampa ci siamo sentiti tutti bianconeri. »
(Elio Domeniconi, Guerin Sportivo, maggio 1977.)

Con il supporto di Pietro Paolo Virdis, acquistato dal Cagliari, la Juventus conquistò nel 1978 il suo secondo tricolore con­secutivo con cinque punti di vantaggio sulla coppia Lanerossi Vicenza-Torino. Nella stessa annata, i bianconeri arrivarono fino alle semifinali di Coppa dei Campioni, perdendo ai supplementari con il Club Brugge.

Il triennio 1979-1981

Gli anni 1970 si chiusero con un'altra Coppa Italia, la sesta, nel 1978-1979, con la vittoria in finale sul Palermo (gol di Brio e Causio) per 2-1 dopo i tempi supplementari.

Nella stagione successiva la squadra giunse fino alla semifinale di Coppa delle Coppe, sconfitta nel doppio confronto dai londinesi dell'Arsenal (1-1 e 0-1); nella squadra inglese giocava l'irlandese, Liam Brady, che nel mercato estivo di quell'anno, il primo aperto dopo molti anni ai calciatori stranieri, fu acquistato proprio dal club bianconero e vinse, nel biennio successivo, due scudetti consecutivi; quello del 1980-1981, il diciannovesimo, fu vinto dopo un testa a testa con la Roma e le polemiche susseguenti un gol non convalidato al giallorosso Maurizio Turone nello scontro diretto disputatosi a Torino il 10 maggio 1981 e finito 0-0

Biennio 1981-1983: lo scudetto della seconda stella e la settima Coppa Italia

L'anno successivo la Juventus vinse il ventesimo scudetto, ottenendo così la seconda stella, rimanendo l'unica squadra nel Paese ad aver raggiunto questo traguardo. In Coppa Italia e Coppa dei Campioni, tuttavia, la squadra fu eliminata dopo i primi turni. Nella stagione 1982-1983 la squadra vinse la Coppa Italia per la settima volta, battendo in finale l'Hellas Verona, e il Mundialito per club. Giunse inoltre alla sua seconda finale di Coppa dei Campioni contro l'Amburgo, perdendo per 1-0.

In quegli anni giunsero alla società nuovi giocatori come i giovani Paolo Rossi, capocannoniere della coppa del mondo di Spagna nonché Pallone d'oro 1982. Durante il campionato del mondo in Spagna si distinsero altri due giocatori che proprio quell'estate erano arrivati alla Juventus, ovvero il polacco Zbigniew Boniek, ingaggiato dal Widzew Łódź, e il francese Michel Platini, all'epoca in scadenza di contratto presso il suo club in Francia, il Saint-Étienne, le cui Nazionali erano giunte rispettivamente al terzo e quarto posto di quel mondiale.

Biennio 1983-1985: il double scudetto-Coppa delle Coppe e il Grande Slam

Dopo un interregno della Roma (campione d'Italia 1982-1983), la Juventus vinse il campionato 1983-1984 e colse la sua seconda affermazione internazionale ufficiale, vincendo a Basilea la finale di Coppa delle Coppe contro il Porto per 2-1.La vittoria in Coppa delle Coppe diede alla Juventus il diritto di sfidare il Liverpool, vincitore della Coppa dei Campioni, nella Supercoppa UEFA, che fu disputata in gara unica a Torino nel gennaio 1985 e vinta dai bianconeri per 2-0 con doppietta di Boniek; a Bruxelles, il 29 maggio 1985, infine, la Juventus si laureò campione d’Europa, ancora di fronte al Liverpool, al termine di un incontro vinto per 1-0 (Platini su rigore), oscurato dagli eventi accaduti allo stadio Heysel mezz'ora prima dell'incontro.

Con la vittoria in Coppa dei Campioni, la Juventus divenne il primo club europeo a vincere tutte le tre maggiori manifestazioni organizzate dall'UEFA.

Stagione 1985-1986: il ventiduesimo scudetto e la prima Coppa Intercontinentale

Nella stagione 1985-1986 i bianconeri conquistarono un altro scudetto, grazie a un'iniziale sequenza di 8 vittorie consecutive iniziali e 26 punti su 30 ottenuti nel girone di andata (entrambi record), e conquistarono anche la loro prima Coppa Intercontinentale, l'8 dicembre 1985 a Tōkyō (Giappone) battendo ai calci di rigore (2-2 dopo i supplementari) i campioni sudamericani dell'Argentinos Juniors, divenendo così il primo e l'unico club al mondo a vincere tutte le competizioni ufficiali a livello internazionale.

Sulla fine della stagione 1985-1986 chiuse il decennio di Trapattoni: durante la sua gestione, la società vinse un totale di sei scudetti, due Coppe Italia e tutte le coppe internazionali.Inoltre, Antonio Cabrini, Gaetano Scirea e Marco Tardelli divennero i primi calciatori europei ad aver conquistato tutte e tre le principali competizioni UEFA per club e, ulteriormente, i primi giocatori al mondo ad aver sollevato sia tutte le competizioni internazionali a livello di club cui presero parte sia la Coppa FIFA; da par suo l'allenatore Trapattoni, che nel frattempo passò all'Internazionale, diventò il primo e unico nel continente ad aver vinto tutte le competizioni a livello di club a cui partecipò (tutte con lo stesso club).Il 12 luglio 1988 a Ginevra (Svizzera), in occasione del sorteggio delle competizioni europee della stagione 1988-1989, l'allora presidente della confederazione calcistica europea, Jacques Georges, conferì la Targa UEFA alla Juventus, rappresentata dall'allora presidente Giampiero Boniperti, in ragione del primato conseguito in campo continentale.

l rinnovamento nel periodo 1986-1990

Con Rino Marchesi sulla panchina, la Juventus iniziò la stagione 1986-1987 con una vittoria 2-0 a Udine contro l'Udinese. La stagione terminò con il sorpasso all'Inter, in extremis, per il secondo posto, con 39 punti, 3 in meno della capolista Napoli, vincitrice del campionato. In Coppa dei Campioni, invece, i bianconeri furono eliminati agli ottavi dal Real Madrid: persa l'andata in trasferta per 1-0, al Comunale di Torino la Juve si impose per 1-0 grazie a un gol di Cabrini. La sfida proseguì ai calci di rigore dove i bianconeri persero 3-1. Michel Platini, al termine della stagione, decise di lasciare il calcio giocato all'età di 32 anni. Nella stagione successiva la Juventus concluse sesta in classifica con 31 punti, e poté accedere alla Coppa UEFA dopo lo spareggio-derby contro il Torino (0-0 dopo i tempi supplementari, 4-2 ai rigori).

Quella del 1988-1989 portò Dino Zoff come allenatore e Alessandro Altobelli come nuovo centravanti per sostituire Ian Rush, comprato l'anno precedente. Zoff diede alla squadra continuità e gioco, grazie anche ai nuovi innesti Rui Barros, Giancarlo Marocchi, Roberto Galia e Oleksandr Zavarov, pur senza lottare per lo scudetto, che venne vinto dall'Inter dei record. Alla fine la squadra giungerà quarta dietro ai nerazzurri, al Milan e al Napoli. L'annata 1989-1990 iniziò male: il 3 settembre 1989 perì, in un incidente stradale a Babsk, in Polonia, Gaetano Scirea (36 anni), per anni libero, capitano e simbolo della squadra, recordman di presenze in maglia bianconera fino al 2008, diventato poi osservatore per la società. La squadra bianconera, ancora sotto la guida di Zoff e con un team che aveva come prima punta Totò Schillaci, finì il campionato di quell'anno ancora al quarto posto, così come nella stagione precedente. I bianconeri conquistarono comunque l'ottava Coppa Italia battendo in finale il Milan dopo un pareggio per 0-0 a Torino e la vittoria per 1-0 a Milano (gol di Galia), e poi vinsero anche la Coppa UEFA in una doppia finale – per la prima volta nella storia delle competizioni europee, tra due club italiani – contro la Fiorentina (3-1 a Torino, con gol di Galia, Casiraghi e De Agostini, e 0-0 sul campo neutro di Avellino). Questi furono i primi trofei vinti dopo tre stagioni senza titoli. La finale di UEFA fu l'ultima partita di Sergio Brio, titolare in difesa per dodici anni e capitano dopo il ritiro di Scirea del 1988. Nel frattempo, il 5 febbraio 1990, mentre si inaugurava lo Stadio delle Alpi, costruito per ospitare il Campionato mondiale di calcio 1990, l'avvocato Vittorio Caissotti di Chiusano prese il posto di Giampiero Boniperti alla presidenza della società.